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Carbonara Day: la nostra ricetta “light” senza uova

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Si, lo sappiamo che la carbonara non è una ricetta lucana ma visto che il 6 Aprile si celebra in tutto il mondo il #CarbonaraDay , un evento voluto dai pastai italiani di Aidepi (Associazione delle industrie del dolce e della pasta italiane) e Ipo (International Pasta Organisation), anche noi di Saporilucani abbiamo voluto renderle omaggio con una versione più leggera  per accontentare chi vuole associare gusto e tradizione alle esigenze più green.

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La prima carbonara è stata realizzata a Roma, nel 1944. Inizialmente si utilizzava il bacon, sostituito poi dal guanciale. Gli altri ingredienti sono semplicemente le uova e il formaggio.

Successivamente, sono nate poi tantissime versioni: con o senza pepe, con un tuorlo per persona e molto altro ancora.

 

Esiste, in realtà, una seconda ipotesi sulla nascita della carbonara che prevede addirittura un’origine americana.

La nascita della pasta alla carbonara risiederebbe nella ‘Razione K’ che Ancel Keys, biologo e fisiologo statunitense, inventò nel 1942 per garantire una dieta adeguata alle truppe alleate. I soldati americani accompagnavano la ‘Razione K’, nello specifico il tuorlo d’uovo in polvere e il bacon con gli spaghetti per aumentare la dose di carboidrati.
Non sapremo mai a chi attribuire realmente l’invenzione culinaria ma per campanilismo preferiamo pensare che si tratti dell’ennesima “opera d’arte culinaria” inventata nel nostro bel paese.

Vediamo ora come preparare la nostra “Carbonara Light” senza uova.

 

Come dicevamo all’inizio dell’articolo, esistono tantissime versioni della più classica carbonara. Noi di Saporilucani vi abbiamo proposto una  versione senza uova.

Non è sicuramente un piatto adatto all’alimentazione dei vegetariani e dei vegani, in quanto vi ritroviamo sia il guanciale, sia il formaggio spalmabile. Se vogliamo un piatto adatto all’alimentazione dei vegetariani, non potremo nemmeno usare quel tipo di carne. E’ possibile sostituire la pancetta o il guanciale con le zucchine tagliate a dadini. Ovviamente, dobbiamo essere consapevoli che il sapore non sarà certo lo stesso e nemmeno la consistenza.

Per ciò che riguarda, invece, la versione vegana, sarà necessario stravolgere un po’ la ricetta. In genere, in questo caso si prepara una salsa con un panetto di tofu, panna di soia, farina di ceci e curcuma o zafferano per andare a colorare il nostro piatto.

Il Vino che suggeriamo di abbinare a questo piatto è il Grottino di Roccanova DOC, rosso.

Questo vino  produce nella zona di Roccanova dalle uve ciliegiolo, trebbiano e malvasia.

E’ un vino tipico la cui produzione e conservazione avviene nelle caratteristiche grotte di epoca settecentesca, scavate nella roccia arenaria che si trova nelle vicinanze del paese.

Oggi di queste cantine se ne contano circa 350 e la loro caratteristica principale è quella di mantenere costante nel tempo umidità e temperatura e quindi inalterate le caratteristiche del vino.

Le grotte sono formate da numerosi cunicoli scavati nelle “tempe” arenarie sotto il centro abitato.

Grottino di Roccanova
Grottino di Roccanova

I vini rossi della Basilicata, e tra questi il Grottino di Roccanova, acquistano un particolare valore per la ricchezza di sostanze antiossidanti, protettive dalle malattie cardiovascolari.

Il Grottino si contraddistingue per il suo colore intenso, sapore possente e aroma pieno, che ne fanno uno dei vini più apprezzati nel meridione d’Italia.

About Maria

Mi chiamo Maria Galante e sono un'appassionata di cucina, ma ancor di più una innamorata di questa regione..."La Basilicata", che cerco di raccontare attraverso le tradizioni culinarie, la sua storia culturale e la sua gente, calda ed ospitale. Non sono Lucana di nascita ma questa terra ed il suo popolo mi hanno conquistato sin dal primo giorno in cui ci siamo incontrati ! Un grazie a quanti, passando da questo blog, vorranno lasciare un saluto !

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