Il rito arboreo della ‘Ndenna si svolge nel mese di Giugno a Castelsaraceno (PZ), il paese incastonato tra i due parchi nazionali della Basilicata: il Parco Nazionale del Pollino e il Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val D’Agri Lagonegrese.
La Festa della Ndenna coniuga il rito arboreo tradizione propria di alcuni paesi del Parco Nazionale del Pollino alle celebrazioni religiose in onore di Sant’Antonio da Padova.
Piena di fascino e solennità è la giornata del taglio della ‘Ndenna, il maschio. Campane, colpi, suoni di zampogne e canti accompagnano il corteo nella salita dalla piazzetta di S. Antonio al bosco Favino, ai piedi del monte Alpi. Il bosco inghiotte tutti, tra colpi di scure e frusciar di foglie. Un tonfo secco ed il faggio più maestoso crolla, altri fratellini, le pròffiche, si adageranno al suolo, emulando lo stesso destino. Si va verso la luce, all’aperto, per organizzare la festa. Una sosta per riprendere le forze a sorsi dicannedda. E poi, la discesa traballante sui sentieri degli antichi padri, in compagnia dei pazienti buoi e con l’aiuto delle pannodde. Sul far della sera, il maschio fa il suo ingresso trionfale nella piazzetta di S. Antonio e la folla, numerosa, fa ala al suo passaggio.
Allegra e festosa è la giornata della Cunocchia, la donna. Suoni e canti chiamano a raccolta la gioventù, che si dirige sul Monte Armizzone. L’abete più bello viene preso di mira ed a colpi di scure viene adagiato al suolo. La chioma viene impastoiata da mani esperte mentre i canti echeggiano al suono degli organetti. In cerchio, a pregare e a menare il tocco, per la scelta del fortunato che precederà la sfilata. E la Cunocchia, civettuola, abbracciata dai giovani, si gira tutto il paese, in mezzo alla generosa gente che offre caffè, biscotti e vino in quantità.
Quando la luce prende il sopravvento sulle tenebre, in corrispondenza del solstizio d’estate, nella piazzetta di S. Antonio si rinnova uno scenario antico: il rituale arboreo ed il culto cristiano si fondono insieme tra fede e magia.
Al mattino, alla presenza di pochi intimi, si procede all’unione della ‘Ndenna con la Cunocchia ed il matrimonio è presto fatto. La festa è appena iniziata, in regalo arrivano le tacche con le offerte appese ai rami. Allo scoccare del mezzogiorno, mentre gli sposi vengono lasciati soli, la processione, tra canti e preghiere, si snoda nei vicoli del centro storico per poi dissolversi dinanzi alla casa del Santo Patrono. Nel pomeriggio, il culmine della festa.
L’innalzamento con le pròffiche disposte a cavalletto e con la guida delle corde. Tra issa, grida, soste, ansie e applausi, la ‘Ndenna finalmente si erge diritta come un gigante che emerge dalla terra. Al suo cospetto migliaia di persone, mentre solo i più audaci provano ad abbracciarla per raggiungere la cima. Sul far del tramonto, la festa svanisce nel buio, nell’attesa che la luce ritorni a brillare.
I riti arborei Lucani, qualcosa di unico…