Il Caciocavallo ? Ma si…IMPICCHIAMOLO!!!
La bella stagione con le sue serate all’aperto con amici e parenti è ancora lontana, ma presto sentiremo nell’aria il profumo inconfondibile della pasta del caciocavallo mentre si scioglie.
Il caciocavallo è una vera prelibatezza che, in quasi tutto il meridione d’Italia, viene “impiccata” affinchè la pasta possa sciogliersi e letteralmente “colare” sulle fette di pane abbrustolito.
Il caciocavallo moderatamente stagionato (non più di un mese), dal peso di massimo 2 kg con una contenuta quantità di sale è il candidato ideale per questo innocuo e delizioso “patibolo”.
E’ considerato uno degli “invitati” d’onore in molte feste di campagna in Basilicata, ed è in queste occasioni che è possibile assistere ad un vero e proprio trionfo della cucina “povera” contadina. In un misto di fuoco e fiamme la forma del caciocavallo arrotondata, sospesa tra cielo e brace rende bene l’idea del “sacrifico” caseario.
Questa visione, però, non muove i presenti a pietà, al contrario li induce ad ultimare l’esecuzione potendolo finalmente gustare.Il calore fa ammorbidire la parte più a contatto con il fuoco e, quando questa diventa di colore rossiccio, il “boia” armato di coltello inizia a tagliarlo.
Ma perché tutto riesca alla perfezione è importante la presenza di un altro protagonista: il pane, possibilmente casereccio. Il formaggio filante cede inerme al passaggio della lama e piano si adagia sulla fetta di pane abbruscata. Man mano che si consuma sulla brace, il caciocavallo va abbassato sempre più fino a finirlo.

Si tratta indubbiamente di un momento di vero “slow food” perché la corazza esterna del caciocavallo lo protegge da uno scioglimento troppo rapido, permettendo ai grassi della pasta filata di liberare la loro naturale morbidezza e gli aromi derivanti dalla stagionatura del latte.
COME SI PREPARA IL “CACIOCAVALLO IMPICCATO” ?
Per prima cosa scegliete bene la materia prima. Il caciocavallo non deve essere troppo stagionato. Fatevelo dare con il cordino, perché è con questo che lo impiccherete.
Altro strumento importante è il treppiedi. Non occorre optare per sofisticate soluzioni di ingegneria edile. Vi bastano tre bastoncini di legno che legherete tra di loro. Quindi accendete il fuoco per ottenere la brace.
Prendete la vostra opera architettonica in legno e impiccate il caciocavallo. Bisogna legarlo dal cappio che si trova stretto alla testina. Pertanto, va impiccato con la palla rivolta verso il basso e tenuta dal nodo. Fate in modo che i piedi del vostro treppiedi siano abbastanza lontani dalla brace, affinché il vostro supporto non bruci insieme al prelibato formaggio.
Dopodiché lasciatelo cuocere a brace lenta sul suo patibolo ligneo e odoroso. Il formaggio inizierà a prolungarsi nella parte inferiore esposta al calore. Quando la crosta inizia a sciogliersi occorre rimuoverla, affinché la pasta coli meglio.
Quando, il caciocavallo inizia a sciogliersi tagliatelo a sfoglie grossolane con un coltello largo e appuntito. Distribuite la fetta sul pane che avete precedentemente abbrustolito e gustatelo in compagnia delle persone che amate.
Complimenti Maria!!!
Potresti parlarmi un po’ dei maccarùn du munacidd?