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giovedì , 21 Novembre 2024

La cuccìa di Santa Lucia

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Il 13 dicembre è la festa di Santa Lucia.

Il grano cotto viene preparato in svariati modi seguendo la tradizione dei luoghi. Il mio ricordo è legato alla “pignata” piena di grano e miele lasciata cuocere lentamente  nel camino e dove al mattino seguente sul grano cotto si notava  una piccola impronta di piede che mia madre imprimeva di nascosto con le dita della mano. Lo scoprii per caso una mattina che mi svegliai al suo rumore, sbirciai  e vidi che poggiava due dita sul grano ma non lo dissi mai a nessuno. Ero felice, sentendomi complice del suo segreto, di credere a quello che  mamma raccontava, che dal camino scendeva Santa Lucia, poggiava  i suoi piccoli piedi sul grano nella “pignata” diventando simbolo di buon augurio e portatore di ricchezza nella casa e felicità negli uomini,  quindi andava mangiato a colazione.

cuccia

Non so se era la fame, se era il bisogno di nutrirmi di cultura, se era la misticità dell’evento, se era la scoperta del segreto svelatomi, ma quel grano cotto mi sembrava il più buono del mondo, il miglior piatto in assoluto. E insieme a me lo mangiavano i miei fratelli, mia madre e mio padre, come una sorta di unione della famiglia, di ricorrenza mistica piena di calore e di comunione.

Molti piatti tradizionali lucani sono legati ad eventi di tipo religioso; questo è uno dei tanti. Ecco il simbolo del grano che risorge, prende corpo e diventa foriero di  benevolenza e benessere. Santa Lucia, portatrice di luce nel buio, con il grano ha vinto la carestia che attanagliava le popolazioni che a lei si affidarono. Cosi raccontano la storia gli anziani vicino allo scoppiettante camino, con una luce tenue donata dalle fiamme del fuoco che rende ancora più suggestivo e misterioso il racconto.

La leggenda vuole che nel corso di una tremenda carestia che stava decimando la popolazione nel giorno di Santa Lucia, 13 dicembre, di un non lontano luogo e non precisato anno, si vide arrivare nel porto una nave piena di grano che fu distribuito alla popolazione. Era tanta la fame che tormentava la città che il popolo non perse tempo a macinare il grano per preparare il pane, ma bolliva e mangiava il grano con una fame spaventosa, e nel momento in cui esso diventava bello cotto i cucinieri al grido di “cucìa”, “cucìa”, è cotto, è cotto, richiamavano le persone vicino ai grandi pentoloni da cui il grano veniva distribuito.

Nacque  cosi la “cucìa” che significa appunto grano cotto, cucinato. Negli anni che seguirono, questo salvataggio alimentare divenne una ricorrenza e cosi si passò a festeggiare il 13 dicembre consumando un piatto di grano cotto. Considerato che  la gola è sempre esigente, si iniziò  a condire il grano con il miele, poi il vino cotto, con l’aggiunta della ricotta,  poi i canditi e poi il cioccolato, diventando sempre di più un piatto prelibato e buono da gustare.

Cosi, tanto per non perdere la tradizione, il piatto si contamina con i nuovi prodotti e accostamenti, si evolve, si addolcisce mescolando il grano cotto alla crema di ricotta  e si  aggiunge una vocale in più, forse per distinguerla da dove era partita, dalla carestia, dalla fame, come se si volesse aggiungere qualcosa per esorcizzare l’origine della pietanza: inizia a chiamarsi “cuccìa”.

Questa tradizione resiste ancora fermamente, cosi il 13 dicembre  tutte le pasticcerie preparano abbondanti razioni di questo dolce, ma in moltissime famiglie si preferisce prepararlo in casa dove la “cuccìa” diventa un dolce profumatissimo, arricchito di cioccolata calda con grano, noci, scorza d’ arancia e chiodi di garofano. Secondo la tradizione, ogni famiglia ne prepara grandi quantità e la scambia con amici e vicini. La difficoltà di questa preparazione risiede tutta nel procedimento necessario per ottenere che ogni granello sia cotto perfettamente, si presenti morbido al dente ma compiutamente intero e compatto, in modo che sia agevole mescolarlo alla crema senza distruggerlo.

Vi proponiamo la ricetta della Cuccìa al vino cotto.:

(inviatoci dal Sig. F. Valicenti del “LunaRossa” in Terranova di Pollino – PZ)

 

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2 commenti

  1. Buona la cuccìa. Magari la cucino secondo questa ricetta!

    • Ciao Calogero, si la cuccia è veramente buona, ma poi si sa…è anche una questione di gusti.
      mi raccomando, se decidi di cucinarla seguendo questa ricetta, poi facci sapere com’è andata.
      Grazie e torna a trovarci presto. Ciao !

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