Gli ”gnummarieddi” sono degli involtini tipici di tutto il Sud Italia ed in particolare della tradizione pugliese, lucana e molisana.
Si tratta di frattaglie avvolte dalle sue stesse carni e che ha suggerito il poeta teatrale Raffele Chiurazzi (Napoli 1875 -1957) nella sua poesia “o scartellato” – Comm’ ‘a nu gliummariello arravugliato, steva assettato, muorto ‘e friddo e famma, nu povero guaglione scartellato…”. Involtino che di sicuro arriva dalla grande cucina ebraica sefardita, quella del famoso quinto quarto, quella del cibo da strada, dello street food, delle fiere paesane. Cibo e pietanza diffuso dai mercanti di animali, del cibo veloce fatto di frattaglie di ovini e caprini legati con le interiora stesse e conservate in grandi vasi quindi passati alla griglia, arrostite o fritte o bollite nelle fiere e nei mercati. Un pasto veloce e saporito di altri tempi, oramai dedicato e ricercato solo dai palati più rudi, sempre alla ricerca della memoria del gusto. Cibo che si presenta sotto varie sigle, gliomarieeli, gnumaredd, mazzacorda, tumacedd, mugliatiedd, marro, cazzammarro, cibreo, con cambi di vocali o di nomi, dipende da dove provengono e dove si preparano.

Ingredienti
- Capretto o Agnello,
- 400g di intestini ed animelle
- Aglio
- Lardo
- Prezzemolo
- Peperoncino
Istruzioni
- Sciacquate le interiora molto bene e poi lasciatele a bagno per 12 ore in una scodella con acqua e sale. Trascorso il tempo indicato, asciugatele con un panno e tenete da parte le budelline e la rete. Riducete a pezzetti le interiora rimaste. Dividete la rete in 4 pezzi di circa 20cm, sistematevi sopra le interiora, una fettina d'aglio, una di lardo, un mazzettino di prezzemolo e un pò di peperoncino. Avvolgete e legate forte con le budelline.Arrostite gli involtini sulla brace oppure rosolateli in padella con un fondo di olio d'oliva, cipolla tritata, alloro e infine una spruzzata di vino rosso o aceto.
Ciao Angelo, come non condividere le tue bellissime parole.
Questa è la Basilicata, la terra ideale per chi ha voglia di riscoprire la capacità di meravigliarsi ancora oggi, di stupirsi davanti alle meraviglie della natura.
La Basilicata è un contenitore di luoghi fantastici di cui si parla poco.
Visitare Craco “vecchia” significa vivere un’esperienza unica che regala emozioni fuori dal comune.
Ricordo a quanti volessero visitarla che lo si può fare solo mediante autorizzazione, grazie alla realizzazione di percorsi specifici.
Grazie Angelo e torna a trovarci
Cultura contadina che sa interpretare sguardi, parole e silenzi di tutti. Grande la mia piccola Lucania ed Unica la mia piccola ed ormai abbandonata CRACO che mi ha dato Vita.