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giovedì , 21 Novembre 2024

Le cascate di San Fele “U uattenniére”

Le cascate di San Fele “U uattenniére”, si trovano lungo il corso del torrente Bradanello. Ancora oggi si notano resti di una dozzina di antichi mulini ad acqua e il sentiero che li collegava era parte di quella che veniva denominata la via del grano, che dalla Puglia portava il prezioso cereale verso la Campania.
Inoltre vi si trovano i resti di un’antica “gualchiera” – impianto preindustriale per la lavorazione, follatura e pulitura della lana. macchina utilizzata in antichi opifici costruiti a ridosso delle cascate proprio per sfruttare la forza dell’acqua, che cadendo su pale di legno mettevano in movimento dei magli che “battevano” la lana grezza.Di qui il nome delle cascate: “U uattenniére”, che in dialetto sanfelese significa battere il nero, pulire il nero, pulire lo sporco. L’impianto è stato operante fino al 1945.
Attraversando il territorio del comune di San Fele il torrente è costretto ad effettuare dei particolari salti di quota che danno origine alle caratteristiche cascate di San Fele.

Cascate di San Fele
Cascate di San Fele

Il Quotidiano di Basilicata in un reportage di qualche anno fa, titolava : le cascate di san Fele- Il Salto dello Stupore.
Grazie al’impegno ed al lavoro dei volontari dell’associazione, costituita per valorizzare e promuovere il territorio di San Fele, oggi possiamo ammirare gran parte delle cascate de “U Uattenniere” riportate al loro antico ed affascinante splendore.
E’ uno spettacolo mozzafiato quello offerto dalle cascate di San Fele. In dialetto antico si chiamano dell’Uattenniere. In realtà sono i salti che compie il fiume Bradanello, che sgorga sull’Appennino
che domina il piccolo comune che ha dato i natali a San Giustino De Jacobis. Sembra che siamo in Trentino o in Umbria,invece siamo solo aventi minuti da Rionero, a trenta da Melfi, a cinquanta da Potenza e meno di due ore da Matera. Un luogo tortuoso poco noto ai lucani stessi, ma che offre scenari imprevedibili. A farci da guida sono Tonino Troiano eil suo giovanissimo figlio Dario, Vincenzo Ranauda e Michele Sperduto. Da ragazzi erano propensi nella stagione calda ad utilizzare le cascate come piscine naturali. A centinaia si immergevano, pur sfidando i pericoli ed è una pratica che ancora qualche giovane tiene in vita.

Hanno persino messo su una Associazione di volontari ed un sito web per divulgare questo insolito angolo di nord-Basilicata. Il torrente scorre nelle prossimità di San Fele, per arrivare alle cascate si prende la strada San Fele-Rapone, dopo circa un chilometro dall’uscita da San Fele la statale ci conduce ad un incrocio sulla destra, con un tratturo comunale dove ci sono le indicazioni in legno (prima del ponte e della fontana ), che indicano le cascate. Occorre addentrarsi a piedi e scendere alle cascate, per un percorso scosceso di circa 400 metri, usando scarpe da trekking o sportive; in ogni stagione dell’anno, assicurano i volontari delle cascate, lo spettacolo cambia conservando un fascino sempre inatteso.

Lungo l’intero corso fluviale del torrente Bradanello si conservano i ruderi di una dozzina di antichi mulini ad acqua e di una “gualchiera”che domina una delle cascate ad “U” del corso d’acqua.
E’ probabile che il termine arcaico “uattenniére” (tradotto: batti il nero) sia  una reminiscenza del battere con forza. Infatti, i resti in pietra della gualchiera rimandano all’antica pratica di una macchina rudimentale mossa dall’impeto dell’acqua per dare maggiore consistenza ad un tessuto,
comprimendolo tra magli. Questa gualchiera è statain uso-sostiene Sperduto- fino agli anni’40 del secolo scorso. Così come si è scoperto che a valle del torrente, nei pressi della superstrada Vitalba-Ofantina, ci siano i resti di un’antica centrale elettrica alimentata sempre con la forza delle acque del Bradanello, un tempo ben più rigoglioso……
Siamo dunque nei pressi di quella antica Via del grano composta di tratturi, mulattiere e strade di collina che fiancheggiava anche il corso fluviale, e che metteva in comunicazione nei secoli scorsi la Puglia e il Salernitano, attraversando l’Appennino lucano fra San Fele, Ruvo e Rapone,e quindi Bella, Muro Lucano e Castelgrande. Notizie approfondite le ha pubblicate (per la EditricErmes) don Francesco Masi, anziano sacerdote e storico di Castelgrande. 
Alle Cascate del “Uattenniére” si è ispirato il poeta popolare Ernesto Grieco cui ha dedicato i versi in dialetto, così tradotti: Cascate di San Fele / Rilassante è il rumore del tuo scroscio / tortuoso è il tragitto / mentre corri salti e canti / ed un’eco soave / nell’aria si spande.
Fra l’erba ti nascondi / in rivoli ti dividi e / a valle scendi / gioioso ti ricongiungi, ti ingrossi e ti assottigli. / La tua corsa piano freni a valle / e nella Fiumara di Vitalba / placido ti adagi.

di  CHIARA LOSTAGLIO

E-mail cascate.sanfele@gmail.com
 
Telefono 347 5187398
 
Indirizzo Via Umberto I, presso locali ex ragioneria-85020, San Fele (Potenza), Basilicata, Italia

About Maria

Mi chiamo Maria Galante e sono un'appassionata di cucina, ma ancor di più una innamorata di questa regione..."La Basilicata", che cerco di raccontare attraverso le tradizioni culinarie, la sua storia culturale e la sua gente, calda ed ospitale. Non sono Lucana di nascita ma questa terra ed il suo popolo mi hanno conquistato sin dal primo giorno in cui ci siamo incontrati ! Un grazie a quanti, passando da questo blog, vorranno lasciare un saluto !

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